Le più importanti scoperte astronomiche di Galileo ebbero quasi immediatamente una notevole risonanza tra gli intellettuali contemporanei, non solo tra letterati, matematici e filosofi (allora anche quelli che noi oggi chiamiamo fisici erano chiamati filosofi) ma anche tra gli artisti, che, dal Rinascimento fiorentino in poi, non si consideravano e non erano più considerati solo eccellenti artigiani, ma erano profondamente integrati nella élite culturale dell'epoca. Basti ricordare che Piero della Francesca era un notevole matematico e che Michelangelo componeva sonetti.
I libri erano molto costosi e la massa della popolazione era quasi totalmente analfabeta: l'unica forma di comunicazione di massa era l'arte. Tramite le opere di pittura e scultura esposte nelle chiese e nei luoghi pubblici venivano proposte al popolo le nozioni ritenute più importanti non solo della religione ma anche della politica e della cultura.
Furono quindi gli artisti a divulgare le scoperte astronomiche di Galileo, come mostrano i quadri qui riprodotti.
L. Cardi, detto il Cigoli, che fu amico di Galileo, rappresenta la Madonna che poggia i piedi non sulla tradizionale falce di luna stilizzata, come, ad esempio, nella Madonna dipinta da Murillo, oggi nel Museo del Prado di Madrid
ma su una rappresentazione della luna come risultava dai disegni eseguiti da Galileo in base alle osservazioni fatte con il suo cannocchiale.
P. P. Rubens, pittore fiammingo del '600 che soggiornò a lungo in Italia, rappresenta una scena tratta dalla Teogonia di Esiodo, nella quale Saturno, identificato con il dio greco Kronos, divora i figli perché una profezia diceva che uno di essi lo avrebbe spodestato dal suo trono.
Il quadro rappresenta in alto, nel cielo, il pianeta Saturno esattamente come viene descritto da Galileo, ad esempio nella sua lettera a Keplero.
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