Come è noto, la fondazione newtoniana della meccanica poggia su tre principi:
Meno note, ma altrettanto importanti sono le considerazioni di carattere 'metafisico' che Newton espone, esplicitamente o implicitamente, in diversi punti del suo trattato.
Queste considerazioni sono di particolare importanza perché costituiscono indispensabili premesse logiche alla meccanica e ne esplicitano il significato ontologico e perché un riesame critico di tali considerazioni ha condotto, agli inizi del Novecento, all'evoluzione della meccanica newtoniana verso la meccanica relativistica e verso la meccanica quantistica.
Newton assume esplicitamente che esistano
Come è immutabile l'ordine delle parti del tempo, così è
anche immutabile l'ordine delle parti dello spazio.
Se esse si muovessero dal loro luogo sarebbe come se (per
così dire) si allontanassero da se stesse.
I tempi e gli spazi sono luoghi di se stessi e di tutte le
cose.
Tutto è nel tempo quanto all'ordine di successione; nello
spazio quanto all'ordine di situazione.
Questo essere luoghi di tutto è appunto la loro essenza; ed è
assurdo che dei luoghi primari si muovano.
Essi sono dunque dei luoghi assoluti; e solo le traslazioni
da tali luoghi costituiscono dei moti assoluti.
Queste ipotesi metafisiche su spazio e tempo assumono addirittura implicazioni teologiche: spazio e tempo assoluti sono identificati con Dio.
Egli (Dio) dura sempre ed è presente ovunque, ed esistendo sempre ed ovunque, costituisce la durata e lo spazio, il tempo e l'infinità. Poiché ogni particella dello spazio è sempre ed ogni momento indivisibile della durata dura ovunque , non può darsi certamente che il Creatore e Signore di tutte le cose non sia mai, e in nessun luogo. Esso è onnipresente non solo quanto alla virtù, ma anche sostanzialmente: perché non può sussistere virtù senza sostanza. In esso sono contenute e si muovono tutte le cose, senza che tali cose lo affettino in alcun modo. Dio non risente affatto il moto dei corpi e questi non sono soggetti ad alcuna resistenza provocata dalla sua onnipresenza. Evidentemente il Dio supremo esiste in modo necessario, e per la stessa necessità esiste ovunque e sempre.
Newton è consapevole della natura 'metafisica' di queste assunzioni. In effetti noi non abbiamo nessuna percezione diretta di tali entità, ma le dobbiamo ammettere come razionalmente necessarie.
Tuttavia nella costruzione di una conoscenza scientifica è inevitabile usare i concetti di spazio, tempo e moto in modo operativo, come concretamente risultano dalle misure eseguibili sui sistemi studiati.
Queste assunzioni metafisico-teologiche appaiono però in contraddizione con le stesse regole metodologiche che Newton eredita dalla tradizione filosofica inglese, a cominciare dal 'rasoio di Occam'.
E inoltre: