7. Potenziale vettore - Invarianza di gauge


L'espressione della forza nella (2.6) rende conto solo dell'effetto di un campo elettrico stazionario E su una particella di carica q ferma rispetto al sistema di riferimento in cui E è stazionario.

Eqn701.gif

Ma sperimentalmente si osserva che, se q ha velocità diversa da 0 rispetto a questo sistema di riferimento, sulla carica q agisce anche la forza di Lorentz FB

Eqn702.gif

dove v rappresenta la velocità della particella e quindi la forza totale agente sulla particella risulta

Eqn703.gif

Come si attribuisce la forza FE alla presenza di un potenziale elettrico scalare φ(x,y,z), è possibile attribuire la forza FB alla presenza di un potenziale magnetico detto potenziale vettore, in quanto, a differenza del potenziale elettrico φ, tale potenziale magnetico ha natura vettoriale.

L'equazione di Maxwell (4.8.2) impone che la divergenza di B sia nulla

Eqn704.gif

Per l'identità (5.5) la divergenza di un rotore è identicamente nulla, quindi nella (7.4) B può essere interpretato come il rotore di un qualunque campo vettoriale αA(x,y,z,t), definito a meno di un fattore reale di scala α.

Eqn705.gif

Se si sostituisce questa espressione di B nell'equazione di Maxwell (4.8.3) si ottiene

Eqn706.gif

Eqn707.gif

Per l'identità (5.4) il rotore di un gradiente è identicamente nullo. Quindi, se nella (7.6) al campo Eqn708.gif si aggiunge il gradiente di un qualunque campo scalare ψ(x,y,z,t), il rotore della somma rimane nullo:

Eqn709.gif

Va osservato che, come nei diversi esempi di elettrostatica proposti nella sezione 3, anche ψ risulta definito a meno di una costante additiva.

Questa proprietà dei campi elettromagnetici è detta invarianza di gauge.

Il termine inglese gauge, che esprime i concetti di misura, strumento di misura, misurare, in questo contesto assume più precisamente il significato di adeguamento di misura e viene tradotto talvolta in italiano con calibrazione. In generale, dato il suo specifico significato nelle teorie fisiche, si preferisce l'uso del vocabolo inglese.

L'invarianza di gauge consiste nel fatto che la scelta della determinazione specifica dei campi A e ψ è priva di effetti fisici osservabili e può essere intuitivamente concepita come una generalizzazione del principio per cui proprietà e leggi fisiche sono indipendenti dal particolare sistema di riferimento adottato nella descrizione dei fenomeni. Questa è una proprietà comune a molte teorie fisiche. Ad esempio nella relatività galileiana la lunghezza di una sbarra è la stessa in due sistemi di riferimento inerziali in moto l'uno rispetto all'altro con velocità relativa v (quindi in due diversi sistemi di misura): questa invarianza esprime l'assunto fisico che non esistono velocità assolute. Nella relatività einsteiniana invece le due lunghezze non coincidono in quanto si assume che la velocità della luce è assoluta e quindi invariante rispetto al sistema di riferimento.

La (7.7) implica

Eqn710.gif

da cui

Eqn711.gif

Quindi, in presenza di un potenziale vettore A variabile nel tempo, la forza agente su una carica q risulta

Eqn712.gif

Se si vuole che l'espressione della forza nella (7.10) coincida con l'espressione della forza nella (7.3) si deve assumere

Eqn713.gif

La (7.12) può aiutare a comprendere il senso fisico del potenziale A. Infatti nel caso di un campo di induzione magnetica B0 uniforme e costante

Eqn714.gif

dove A0 rappresenta il valore di A in un punto qualunque dello spazio. La (7.13) esplicita il fatto che il potenziale A, come lo scalare φ, è definito a meno di una costante additiva.

Se si assume come origine O di un sistema di riferimento cartesiano un punto qualunque dello spazio e come asse z la retta per O parallela al vettore B0 orientata come B0, come A0 il valore di A in un punto di tale asse e A0=0, la (7.13) si riduce a

Eqn715.gif

L'intensità di A in un punto P(x,y,z) risulta

Eqn716.gif

A è nullo sull'asse z e la sua intensità è proporzionale alla distanza da tale asse.

Ovviamente il rotore di A deve risultare uguale a B0k:

Eqn717.gif

Eqn718.gif

In definitiva, per produrre i risultati fisici osservabili nell'esempio proposto deve essere

Eqn719.gif

Nell'esempio si è dedotta una espressione del potenziale A noto B, ma l'utilità dell'introduzione di A consiste nel processo inverso, cioè calcolare A per poi ricavare B.


Induzione magnetica per una corrente rettilinea

Come esempio si considera il calcolo del campo di induzione B generato nel vuoto da una corrente costante I all'interno di un filo conduttore rettilineo ideale di lunghezza infinita e sezione circolare costante di raggio R. Si suppone che la densità di corrente sia costante in tutta la sezione.

Poiché I è costante, il campo elettrico E è stazionario, per cui l'equazione di Maxwell (4.8.4) nel vuoto si riduce a

Eqn720.gif

Per la (7.5) si ha quindi

Eqn721.gif

e per l'identità (5.11) sul rotore di rotore

Eqn722.gif

Senza perdita di generalità si può assumere che la divergenza di A sia nulla (B è proporzionale al rotore di A qualunque sia la divergenza di A), quindi

Eqn723.gif

Se si assume come asse z l'asse geometrico del filo orientato come la corrente I, la densità di corrente J in un punto all'interno del filo risulta

Eqn724.gif

Per la (7.20)

Eqn725.gif

Per la (5.10) si ha

Eqn726.gif

Dato che la scelta dell'origine O del sistema di riferimento sull'asse z è arbitraria e che il sistema ha una simmetria assiale, Az dipende solo dalla distanza d del punto dall'asse del filo, quindi la (7.23) equivale a

Eqn727.gif

La (7.24), analogamente all'equazione (3.26), ammette soluzione

Eqn728.gif

dove Az,0 rappresenta il valore di Az sull'asse del filo. All'esterno del filo la densità di corrente è nulla, quindi

Eqn729.gif

La (7.26), analogamente all'equazione (3.29), ammette soluzione

Eqn730.gif

dove si assume Az nullo nei punti sulla superficie del filo. Per la continuità di Az negli stessi punti si ha

Eqn731.gif

Applicando la (7.5), per i punti interni al filo si ha

Eqn732.gif

e per i punti esterni

Eqn733.gif

La (7.29) è nota come legge di Biot-Savart.