Onda sinusoidale e funzione d'onda.


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I comuni corpi fisici dotati di estensione, caratterizzati quindi oltre che dalla loro massa m anche dal loro volume Eqn001.gif, possono essere idealizzati come costituiti da infiniti elementi infinitesimi di volume dEqn001.gif ognuno dei quali contiene una massa infinitesima dm tali che per ognuno di essi può essere definita la densità ρ

Eqn002.gif

quindi

Eqn003.gif

Se ρ è costante, cioè se il corpo è omogeneo,

Eqn004.gif

Se la masserella dm, collocata nel punto O, interagisce con le masserelle contigue in modo che uno spostamento dalla sua posizione di equilibrio sia contrastato da una forza opposta allo spostamento e direttamente proporzionale ad esso, cioè da una forza elastica, la massa dm risponde ad un suo spostamento con un moto armonico. A sua volta lo spostamento di una massa dm, per effetto delle sue interazioni con le masserelle contigue, determina un loro spostamento dalla posizione di equilibrio e quindi anche queste masserelle cominceranno ad oscillare con moto armonico.

Questo è ciò che succede, ad esempio, quando un sasso colpisce un punto O sulla superficie immobile di uno stagno. Il punto O, spostato dalla sua posizione di equilibrio dall'impatto del sasso, dopo l'affondamento del sasso, è sottoposto a forze contrarie allo spostamento, dovute alla tensione superficiale e alla forze intermolecolari, e incomincia ad oscillare con moto armonico; dopo un po' di tempo, ogni altro punto P della superficie dello stagno oscillerà con moto armonico, come si può verificare osservando il moto di qualunque oggetto abbastanza piccolo che galleggi nello stagno.

Il fenomeno di oscillazione che investe tutti i punti della superficie dello stagno è detto onda sinusoidale.

Nell'esempio delle onde nello stagno, la superficie dello stagno è il mezzo di propagazione dell'onda. Gli insiemi dei punti contigui della superficie che oscillano in fase, cioè che in ogni istante hanno la stessa quota, sono circonferenze dette fronti d'onda. Il punto O, centro dei fronti d'onda, è detto sorgente dell'onda.

Il moto armonico di O è descritto, nell'esempio dello stagno, dall'andamento nel tempo della sua quota z rispetto alla superficie imperturbata dello stagno. Con una opportuna scelta dell'origine dei tempi, z varia nel tempo secondo la legge

Eqn005.gif

dove A, l'ampiezza, rappresenta in questo caso il modulo dello scostamento massimo della quota zO dalla posizione di equilibrio.

Se si ammette che O possa mantenere nel tempo la sua ampiezza e che il mezzo sia perfettamente elastico, in qualunque altro punto P, posto a distanza r da O, dopo un certo tempo t, dipendente da r e dal modulo della velocità costante v di propagazione della perturbazione, la quota z di P comincerà ad oscillare con moto armonico, con ugual ampiezza e pulsazione, ma in ritardo rispetto a O, ritardo tanto maggiore quanto maggiore è la distanza da O e tanto minore quanto maggiore è la velocità di propagazione dell'onda.

z quindi varierà nel tempo con andamento espresso da

Eqn006.gif

Ma in generale ciò che succede alla quota di un punto sulla superficie di uno stagno può verificarsi per altre grandezze, scalari o vettoriali, indicate di seguito con il simbolo Ψ, funzioni variabili nel tempo della posizione di un punto P di un mezzo continuo se P viene raggiunto da una perturbazione di queste grandezze generata da una sorgente O a distanza r da P e propagantesi con velocità costante v.

animazione

Nel caso in cui Ψ sia una grandezza scalare (come, ad sempio, la pressione) o vettoriale e parallela alla velocità di propagazione v l'onda si dice longitudinale.

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Se invece la grandezza vettoriale Ψ è perpendicolare a v l'onda si dice trasversale.

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Approfondimento: Effetto Doppler.

 

Nel caso di onde trasversali risulta spesso importante valutare l'angolo che piano contenente il vettore Ψ e la velocità v forma rispetto ad un piano di riferimento prefissato. Il piano che contiene tale angolo è detto piano di polarizzazione e può essere costante o ruotare durante la propagazione dell'onda.

Va infine osservato che la velocità di propagazione dipende solo dalle caratteristiche del mezzo ed è quindi assolutamente indipendente dalla sorgente. Ad esempio:

Il punto P sarà in generale un punto di un mezzo tridimensionale, quindi i fronti d'onda (supponendo il mezzo omogeneo e isotropo) saranno superfici sferiche.

Il comportamento della grandezza Ψ, in analogia con quello della quota z della (3.5), sarà espresso da

Eqn007.gif

La (3.6) è detta equazione d'onda.

Sostituendo nella (3.6) l'espressione di ω della (2.10) si ottiene anche

Eqn008.gif

Il prodotto vT rappresenta lo spazio percorso da un fronte d'onda in un periodo T, detto lunghezza d'onda λ

Eqn009.gif

Si ha quindi

Eqn010.gif

La funzione d'onda Ψ può essere espressa in modo più conciso e significativo nel seguente modo

Eqn015.gif

dove il coefficiente

Eqn016.gif

è detto numero d'onda.

Dalle (3.7) e (3.9) si ottiene

Eqn022.gif


Equazione di d'Alembert


Dalla (3.8) la derivata seconda di Ψ rispetto al tempo risulta

Eqn023.gif

Nella (3.6) lo scalare r rappresenta la distanza di un punto P dalla sorgente O. Se P ha coordinate cartesiane x, y, z, si ha

Eqn024.gif

fig200.gif

La derivata parziale prima di Ψ rispetto a x risulta

Eqn028.gif

Dato che

Eqn029.gif

con θ e φ costanti in quanto l'onda si propaga radialmente, si ha

Eqn030.gif

La derivata seconda, sempre rispetto a x, risulta

Eqn031.gif

In modo analogo si ottengono le derivate seconde di Ψ rispetto a y e z

Eqn032.gif

Eqn033.gif

Sommando membro a membro le (3.12), (3.13) e (3.14) si ottiene

Eqn034.gif

Introducendo l'operatore differenziale

Eqn025.gif

detto Laplaciano, la (3.15) può essere scritta

Eqn026.gif

Confrontando le (3.11) e (3.17) si ottiene

Eqn027.gif

e infine

Eqn035.gif

La (3.18) è nota come equazione di d'Alembert. Quindi una funzione d'onda sinusoidale soddisfa l'equazione di d'Alembert. Viceversa si assume che ogni funzione che soddisfa l'equazione di d'Alembert è una funzione d'onda.

Talora, per ottenere una espressione più sintetica dell'equazione di d'Alembert, si usa l'operatore

Eqn036.gif

detto d'Alembertiano, e la (3.18) diventa semplicemente

Eqn037.gif

 


Rappresentazione complessa della funzione d'onda


Se si assume che nell'istante iniziale una funzione d'onda sinusoidale nel punto in cui si trova la sorgente abbia il suo valore massimo, allora la funzione è espressa da

Eqn038.gif

Notando che l'espressione Eqn039.gif, si può interpretare la (3.21) come la parte reale della funzione complessa

Eqn040.gif

nella descrizione delle onde si può usare direttamente la (3.22) ottenendo, in molte situazioni, vantaggi notevoli nella esposizione e nella elaborazione.

 


Potenza, intensità, impedenza


In particolare in un mezzo materiale unidimensionale un punto P di massa dm che oscilla armonicamente con ampiezza A e pulsazione ω, per la (2.13), ha energia totale

Eqn011.gif

Considerando come volume infinitesimale dEqn001.gif quello di un guscio sferico centrato sulla sorgente O, di raggio r e spessore dr

Eqn012.gif

dalla (3.23) si ottiene

Eqn013.gif

Dividendo entrambi i membri per dt

Eqn014.gif

Il primo membro della (3.10) rappresenta la potenza che attraversa una superficie sferica di raggio r, cioè la quantità di energia che attraversa la superficie nell'unità di tempo.

Dividendo il secondo membro della (3.10) per la superficie del fronte d'onda sferico Eqn017.gif, si ottiene

Eqn018.gif

La grandezza I così ottenuta rappresenta la quantità di energia che investe l'unità di superficie nell'unità di tempo ed è detta intensità.

Introducendo la grandezza

Eqn019.gif

detta impedenza, l'intensità può essere espressa nel seguente modo

Eqn020.gif