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Introduzione

Fotografia di uno sfigmomanometro

Quando si pensa alle applicazioni pratiche degli studi sulla pressione, ci si trova davanti ad un numero sterminato di utilizzi: dall'elevatore idraulico, in grado di sollevare un grande peso con pochissimo sforzo, ai freni idraulici, presenti molte auto; dagli studi per rendere sempre più aerodinamici i mezzi di trasporto riducendone i consumi, agli stessi principi che tengono in aria gli aerei.

Raramente, però, si pensa agli effetti che queste stesse leggi hanno sul corpo umano. In fondo il sistema circolatorio non è altro che un complesso sistema di tubi in cui scorre un fluido, il sangue, pompato continuamente dal cuore. In effetti, le proprietà fisiche del sangue sono molto importanti per la nostra salute; in particolare, la sua pressione è indicativa dello stato di salute psichico e fisico dell'intero organismo.

Lo strumento utilizzato per misurare la pressione sanguigna è detto sfigmomanometro (dal greco sphygmos, "pulsazione", manos, "pressione", e -metre, "misuratore"); esso è composto da un manicotto, una pompetta e un manometro. Lo sfigmomanometro fu inventato nel 1896 dal medico italiano Scipione Riva Rocci.

Lo sfigmomanometro è un oggetto piuttosto semplice da utilizzare ma che richiede comunque un misuratore esterno: misurare la propria pressione da soli è impossibile senza falsare i risultati. Esistono oggi in commercio sfigmomanometri elettronici da polso che permettono di stimare da soli la propria pressione, ma i dati che forniscono sono generalmente piuttosto imprecisi ed è preferibile farsi misurare la pressione da un medico o in una farmacia.

È quindi utile, anche dal punto di vista strettamente fisico, cercare di capire il funzionamento dello sfigmomanometro, prima in modo strettamente pratico, poi analizzandolo fisicamente per comprendere i principi alla base di questo utile strumento.

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