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La pressione arteriosa

Per comprendere bene il funzionamento dello sfigmomanometro, è innanzitutto necessario puntualizzare cosa si intenda comunemente con l'espressione "pressione sanguigna".

La pressione sanguigna che si misura comunemente con lo sfigmomanometro è detta più propriamente pressione arteriosa (del sangue che scorre nelle arterie), in contrapposizione con la pressione venosa, quella del sangue che scorre nelle vene. È bene avere ben chiara questa distinzione, in quanto le due pressioni assumono valori differenti e si misurano solitamente in due scale diverse.

Se il sangue fosse un fluido statico, avrebbe una pressione determinata solo dalla sua altezza e dalla sua densità (per il Principio di Stevino). Ma il sangue è continuamente pompato in circolo dal cuore in un ciclo di sistole e diastole; la pressione è dunque variabile da un massimo (alla sistole) ad un minimo (alla diastole).

La pressione viene misurata in una posizione standard, l'arteria brachiale, il principale vaso che fornisce sangue al braccio. La misurazione fornisce valori misurati in mmHg oltre la pressione atmosferica (vedi Analisi fisica del funzionamento). Il valore medio della pressione sistolica a riposo è circa 120 mmHg, mentre quello della diastolica è 80 mmHg. In altre posizioni i valori possono essere molto diversi: ad esempio, nei capillari la pressione massima media è di circa 40 mmHg, mentre la minima è 30 mmHg.

La pressione arteriosa è costantemente regolata dall'organismo tramite l'emissione di diversi ormoni in processi piuttosto complessi - basti sapere che gli sforzi sia fisici che mentali (fatica, stanchezza, emozioni, ecc.) e gli stati patologici possono variare considerevolmente i valori della pressione arteriosa.

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